La lettera di Prashantam agli amici dopo aver scalato la sacra montagna Kailas
Lhasa, maggio 2005
Caro amico, cara amica
Amore,
ti sto scrivendo questa lettera da LHASA, in TIBET, dove sono giunto dopo un viaggio di tre settimane attraverso e attorno il Lago Mansarovara e il Monte Kailash, nella parte più a est del Tibet. Questo viaggio iniziò nel mio cuore e nella mia mente più di 25 anni fa, quando sentivo parlare OSHO di questi posti e del ruolo mistico che hanno nel cuore di milioni di ricercatori.
Col passare degli anni non ho mai smesso di desiderare di fare un viaggio da queste parti - scoprendo nel frattempo ancora più cose riguardo al mistero ed al misticismo del Monte Kailash - e rendendomi conto che mi stavo preparando per un tipo di viaggio molto diverso da quelli che avevo fatto attorno al mondo finora. E mi ha colpito ancora di più quando circa due anni fa, iniziai a fare i piani e scegliere il periodo dell'anno per mettermi in viaggio verso questa veramente remota parte del nostro pianeta.
Non era più lungo di un viaggio avventuroso, ma piuttosto un pellegrinaggio, una spiritual quest (richiesta spirituale), un unico investimento di tutte le mie risorse e una esperienza che richiedeva molto più delle mie possibilità materiali e fisiche. Era come un viaggio verso il Maestro, dove andavo ad affrontare tutte le parti conosciute e nascoste di me stesso. Era come se tutte le meditazioni che avevo fatto fossero messe insieme in UNA, era veramente un viaggio per morire e rinascere. L' ultimo pellegrinaggio.
Sebbene potessi sentire questo in me, come se mi avesse benedetto il giusto spirito, ero così lontano dal sapere come in modo così profondo e totale mi avrebbe toccato. E mi sto riferendo alle enormi difficoltà fisiche che ho dovuto attraversare. E' stato duro, difficile, in-umano... tante volte ho desiderato smettere e solo la sorprendente presenza del KANG REMPOCHE (come viene chiamato dai Tibetani il Monte Kailash) ha dato sostegno al mio viaggio e ridato a me l'energia per perseverare. Ci sono stati momenti così duri, che avrei voluto rivolgermi alla montagna e sussurrargli: "per favore, lasciami giungere alla fine... e poi potrò morire!"
I venti erano come lame sul mio viso, e il freddo! Impossibile toglierselo di dosso, la neve copriva il solo sentiero esistente (così dicevano loro, perché io non mai visto alcun sentiero) ed in quelle condizioni la mia vita intera passava e ripassava di fronte ai miei occhi/pensieri. Mi sono sentito piccolo, insignificante, matto, per aver messo me stesso in questa così orrenda sfida/meditazione, mi sono sentito perso, lontano da tutto e tutti. Ho pianto per il dolore e la disperazione.
Il corpo era totalmente fuori controllo a causa dell' elevata altitudine e io non sapevo come far fronte ai bisogni biologici più basilari. E per tutto il tempo il mio solo riferimento, il mio saggio e la mia guida, è stata la Montagna Sacra. La sua presenza, risonanza e amore, erano così imponenti e chiari che mi sono sentito nelle Sue mani.
È successo poi che in una di queste notti, dove il dormire era solo un desiderio, il mio corpo, tutte le sue cellule e funzioni, erano in uno stato di delirio, quando senza alcun avviso sono venuto fuori da tutti i dolori e sacrifici. C'ero io risplendente di una luce di beatitudine, ero felice.
Ma veramente TANTO FELICE. E per molte ore, forse l'intera notte, ho pianto di GIOIA e GRATITUDINE.
All'inizio era una GRATITUDINE senza oggetto, senza destinazione. Semplicemente una voglia di dire GRAZIE - THANK YOU - ma poi lentamente ha preso forme e faccie: gratitudine verso i miei tre compagni di viaggio (ORAZIO dall'Italia, AYDIN dalla Turchia e MEGHA-san dal Giappone) che anche essi stavano attraversando i loro inferni e paradisi, gratitudine verso i miei maestri Koku sensei e OSHO, e così via. Poi è diventato un po' più focalizzato verso tutti i miei amici e amanti, uno per uno sono passati di fronte ai miei occhi/pensieri, e così lì c'eri anche TU.
In quel momento ti ho tenuto così stretto, nella Gratitudine per tutto l'Amore e l'Amicizia che mi hai dato in questa vita, che come te lo scrivo ora, giorni sembrano passati anni, ma io non posso ancora trattenere le mie lacrime e i sentimenti d'amore.
Poi Kang Rimpo che mi ha indicato di sbrigarmi a venirti a dire tutto ciò, e dirti di nuovo, mio amico, GRAZIE - THANK YOU perché mi hai amato, è stata la benedizione e il nutrimento per il mio cuore e la mia anima.
Il penultimo giorno dal completamento del pellegrinaggio attorno al Monte Kailash (il KORA o PARIKRAMA), dove c'è un valico da attraversare molto alto - il DROLMA-LA - a circa 5.700 metri, è stato come l'ultima sfida, o la beatitudine estrema. Scavando un piccolo "chi",se tu ci fossi stato in quel momento! Ho steso ai venti perenni una lunga fila di bandiere di preghiera di buon augurio alla Scuola O.D.H.A. e ai suoi iscritti, ho suonato qualche nota con il mio flauto giapponese (Kyotaku) mentre Megha-san lanciava ai venti parte delle ceneri di KOKU sensei e poi ho steso un'altra lunga fila di Bandiere di Preghiera per tutti i miei amici e per il vostro stare bene e
autorealizzazione.
In quel momento ho guardato la Montagna Sacra e ho visto LEI, sorridere!
La mia meditazione era completa.
Discendere dal DROLMA-LA richiede così tante ore ed è così difficile, come se avessi dovuto scalarne la cima e durante la discesa ho avuto così tanto tempo per guardare verso tutto ciò che era accaduto nei giorni passati. È stato un profondo insegnamento a riguardo del SOFFRIRE (tutto creato da noi stessi) e della AUTO-IMPORTANZA (tutta illusione) e dentro, ho sentito una leggerezza che avevo conosciuto solo grazie nell'ascoltare OSHO che ne parlava. Con le mie parole, il meglio che posso esprimere è come se c'era un "IO-PLUS" che ora risulta dissolto ed ha lasciato semplicemente l' "IO".
Guardo così tanto in avanti al ritorno alla ordinarietà della mia creatività e della mia vita normale perché sto scendendo dalle montagne con un desiderio tremendo di giocare di più, amarti più "liberamente", apprezzarti di più e non mancare quei momenti dove tu hai bisogno che ti senta, e che possa ascoltare i tuoi bisogni e i tuoi percorsi. Il mio corpo difficilmente può reggersi da sé senza sforzo, comunque dentro mi sento fresco e leggero!
Ho bisogno anche di chiederti per la tua comprensione che questa lettera non avrà alcun seguito, e che io avrò bisogno di un po' di tempo per digerire l'incredibile " rullo compressore" che ho vissuto in queste settimane trascorse. Avrei difficoltà a parlarne o a rispondere ai bisogni di tuoi commenti o domande. Il tempo che hai regalato a TE e a ME leggendo tutto ciò è il riconoscimento di come la nostra vita è così speciale e di come tu vali così tanto per me.
Possa tutto ciò portarti in pace, amato e danzante
OM MANI PADME HUM
Prashantam